Navale Assicurazioni: l’ultimo viaggio di un sogno nato a Ferrara.

Con il PROVVEDIMENTO N. 2851 DEL 6 DICEMBRE 2010  l’ISVAP ha posto la parola FINE alla vita della Navale Assicurazioni S.p.A.. Al provvedimento ISVAP ha fatto seguito il conseguente conferimento e atto di fusione meglio specificati nel comunicato ufficiale di UGF Assicurazioni sotto riportato .

L’atto di conferimento e l’atto di fusione hanno assunto efficacia civilistica, contabile e fiscale dal 1° gennaio 2011.

L’integrazione delle attività di Navale con quelle di UGF Assicurazioni recita l’annuncio ufficiale del Gruppo UGF -, in linea con il Piano Industriale 2010-2012 del Gruppo, è funzionale al rafforzamento del core business assicurativo in UGF Assicurazioni – principale compagnia del Gruppo, che opererà tramite le tre Divisioni Unipol, Aurora e Navale – al fine di conseguire i benefici economici derivanti dal consolidamento di strutture operative oggi separate e dall’ulteriore recupero di efficienza dei processi.

Per la maggior parte degli assicuratori  la notizia della avvenuta cessazione dell’operatività della Navale  Assicurazioni sarà stata catalogata come uno dei tanti comunicati di routine.

Una delle tante fusioni e incorporazioni che confermano la necessità, per tutti i Gruppi Assicurativi, di risparmiare su strutture e costi di gestione, relegando a ruolo di brand commerciale ogni  marchio precedente  dietro al quale preesistevano  uomini, prodotti, reti distributive e politiche industriali distinte.   

Ma per coloro i quali, come il sottoscritto, che ne è stato per cinque anni dirigente dell’ufficio romano, hanno alle spalle una lunga attività di polizze e compagnie la notizia è molto più di un semplice annuncio, è la fine di una storia che vale la pena ricordare.

La Cassa Navale di Assicurazioni nacque a Genova il 28 gennaio 1914 per iniziativa di Edoardo Canali, armatore e spedizioniere di origini veneziane operante a Genova e a Torino ove aveva costituito altre tre compagnie di assicurazione specializzate nel settore marittimo.Nel 1949 la Navale, che ha mutato la denominazione da Cassa a Società, decide di concentrare la propria attività nel ramo trasporti.
Nei primi anni Settanta, su iniziativa del Comandante Giorgio Zanardi, la Navale entra a far parte del Gruppo Generali, che realizza lo spostamento della sede a Ferrara.

Erano gli anni in cui pronunciare la parola broker all’interno di Generali significava trasgredire alla più ferrea delle consegne: accettare affari unicamente se provenienti da agenzie in appalto e in economia. Ecco allora che Navale assunse un ruolo di accattivante  protagonista di relazioni di affari con agenti plurimandatari e broker,  pur appartenendo a una  Capogruppo che questi affari bollava come “impuri”.

Questo è stato reso possibile dalla dirompente personalità del suo indiscusso monarca Comandante Giorgio Zanardi. Comandante di fatto e di merito, valoroso ufficiale di Marina pluridecorato, direttore prima e Presidente poi di questa impertinente compagnia insediata nella quieta Ferrara,  nella quale essere la famiglia Zanardi significava  prima di tutto essere ispirati da una adamantina e incrollabile fede Generali.

Il Comandante Zanardi in Generali è stato per molti anni l’ uomo dai molteplici e prestigiosi incarichi. Agente Generale in Brasile, Direttore del Ramo Trasporti a livello internazionale, Agente Generale a Ferrara, Direttore Generale a Venezia sotto la Presidenza Merzagora, membro per molti anni del Consiglio Generale.

Uomo di grande umanità e contemporanea fermezza come nessuno, di grande fiuto per affari e persone, che però valutava nell’unico interesse della compagnia che gestiva, con orgoglio e coinvolgimento personale come se ne fosse l’unico azionista, dalla personalità sempre protagonista e mai suddita di sistemi e strutture non totalmente condivise.

Sostenitore  ante litteram di un azionariato in parte riservato anche ai dipendenti, per renderli sempre più coinvolti e partecipi dei risultati comuni. Personaggio che per queste peculiari caratteristiche godeva di una tollerata autonomia all’interno di un Gruppo allora rigidamente conservatore, e che attraverso il laboratorio delle esperienze della Navale ha potuto comprendere come la figura del broker sarebbe presto evoluta dal ruolo di figura ibrida e non legittimata a quello di interlocutore primario e professionale nella intermediazione di affari corporate.

Ma le epoche nelle quali autorevoli personalità disegnavano visibilità e bilanci di aziende assicurative grazie al proprio personale carisma, competenza e reputazione, sono finite da tempo, perchè nemiche della crescita, se non a prezzo di una delega rinuciataria di una conduzione sempre protagonista e in prima persona. 

Nel 2000 Navale entra a far parte del Gruppo Unipol, e fa a meno delle persone e degli ideali che l’avevano ispirata. E’ uno dei tanti epiloghi di storie simili a questa e che inevitabilmente collidono con i nuovi mercati e le nuove regole, che sanno benissimo fare a meno di protagonisti, sostituiti da politiche di attento anonimato globalizzato. Con il pignolo intento di evitare sempre e comunque ogni cedimento verso atteggiamenti di partecipazione personale,  e attenzione, una volta anche signorile verso uomini e affari, dentro e fuori le aziende.  

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