L’ ANIA e le Organizzazioni Sindacali hanno firmato l’Accordo per l’istituzione del “Fondo di Solidarietà per il sostegno del reddito, dell’occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale delle imprese assicuratrici”.
Con un comunicato stampa dedicato a questa notizia, cliccare qui per scaricarne il testo integrale, la associazione delle compagnie di assicurazione esprime la propria soddisfazione per l’accordo a lungo discusso e poi definitivamente concluso con le cinque sigle sindacali maggiormente rappresentative.
“Il Fondo sarà uno strumento importante per il settore per poter gestire al meglio eventuali riorganizzazioni e ristrutturazioni delle imprese“, dichiara l’ANIA, aggiungendo poi, per il tramite del proprio direttore generale Garonna, che questa iniziativa “aiuta ad eventualmente affrontare le sfide impegnative che caratterizzano questa fase delicata e complessa di uscita dalla crisi“.
Nell’essere cosa buona il fatto che esista uno nuovo strumento in grado di sostenere lavoratori eventualmente in situazione di crisi occupazionale, la notizia è un esplicito avvertimento di concrete possibilità di ridimensionamento di aziende e di persone.
E’ altrettanto esplicito il concetto che per affrontare sfide impegnative, riorganizzare e ristrutturare presuppongano con ragionevole certezza anche la necessità di alleggerire gli organici delle aziende assicurative.
Questo sta semplicemente a significare che nel mentre in altri settori si annunciano e interpretano seppur timidi segnali di ripresa per il mondo delle polizze il peggio deve ancora cominciare.
E’ il segnale di un malessere sotterraneo, intuito e ancora mai dichiarato, che vede inevitabilmente gli assicuratori al traino di una economia ancora zoppicante, con la quale gli Intermediari, agenti e broker, hanno da tempo fatto i conti.
E se succederà quanto si promette assisteremo nuovamente a una dispersione e impoverimento di competenze all’interno delle compagnie, che inevitabilmente si riverserà sugli Intermediari, con probabili carenze di servizio e di prodotti.
E’ anche per questo motivo che ogni ipotesi riorganizzativa delle imprese non dovrebbe trascurare un coinvolgimento globale della struttura, distributiva e di direzione, per progettare nuove razionalità condivise.